“The Voice, il mito Frank Sinatra”

Lunedì 27 aprile // FORLÌ (FC)

Annullato per il D.P.C.M. del 10.4.2020 e rinviato a data da destinarsi

ISTITUTO MASINI - FORLÌ (FC)

ORE 10:00-13:00
incontro con gli studenti dell’Istituto Masini e del Liceo Artistico e Musicale Statale di Forlì a cura di FRANCESCO MARTINELLI docente di storia del jazz alla Siena Jazz University partecipano Fabio Petretti e Michele Francesconi, curatori degli arrangiamenti della produzione originale “Fly me to the Moon”, in programma il 1° maggio al Teatro Diego Fabbri
in collaborazione con Associazione Scuola Musicale Dante Alighieri Bertinoro - Entroterre Festival
All That Jazz

Si sa che nel jazz l’elemento più importante è la “riconoscibilità”, e solitamente questa si annida fra le imperfezioni. Frank Sinatra è uno di quei rarissimi casi, se non il solo, in cui la “riconoscibilità” è data dalla perfezione. È, in effetti, il parametro aureo di riferimento: the Voice.
Nato a Hoboken il 12 dicembre 1915, da genitori di origini italiane, e scomparso a West Hollywood il 14 maggio 1998, Francis Albert Sinatra è stato cantante, attore e conduttore televisivo di inarrivabile successo, con vendite discografiche misurabili in centinaia di milioni. In quasi settant’anni la sua folgorante carriera ha resistito al susseguirsi delle mode e degli stili, raccogliendo tutti gli onori possibili: due premi Oscar, due Golden Globe, ventuno Grammy Award, un Emmy Award, il Cecil B. De Mille Award, un Peabody Award, il Kennedy Center Honor, oltre alle più alte onorificenze assegnate negli USA, cioè la Presidential Medal of Freedom e la Congressional Gold Medal.
Gli inizi però non furono così facili. Espulso da scuola, di giorno fa il commesso di libreria e il portuale, la sera comincia a esibirsi in un saloon gestito dal padre. È lì che, nel 1939, viene notato da Harry James, che lo introduce fra i professionisti. L’anno successivo lo ingaggia Tommy Dorsey, col quale ottiene il suo primo hit discografico, “I’ll Never Smile Again”. Avvia quindi la sua avventura in solitaria e nel biennio 1943-44 entra per ben 23 volte nella top ten delle classifiche americane…
Sinatra nasce come “idolo dei teenager”, il primo nella storia, essendo il mercato discografico fino ad allora appannaggio degli adulti. E questa fama si estende a dismisura quando intraprende la carriera cinematografica. Due marinai e una ragazza (1945) lo consacra star di Hollywood. Sinatra non si limiterà alle parti brillanti usuali per i cantanti-attori, arrivando a sostenere magnificamente ruoli drammatici in film come Da qui all’eternità (1953, di Fred Zinnemann), L’uomo dal braccio d’oro (1955, di Otto Preminger) e Pal Joey (1957, di George Sidney).
Gli anni precedenti però non erano stati facili: vita sentimentale travagliata (il matrimonio con Ava Gardner, seguito al divorzio), problemi alle corde vocali, rottura del contratto con l’agenzia MCA e la Columbia Records. Tuttavia la ripresa non tarda ad arrivare, con la magica stagione alla Capitol: con l’avvento del microsolco la sua fama si consolida definitivamente.
A cavallo fra anni Cinquanta e Sessanta, il centro del suo regno diventa Las Vegas, dove prende vita il Rat Pack: un gruppo di amici, che comprendeva Dean Martin (quasi un fratello), Sammy Davis Jr., Peter Lawford e Joey Bishop; da segnalare l’impegno del gruppo nella lotta alla segregazione razziale. Di nuovo l’attività cinematografica complementa quella canora, e il Rat Pack raggiunge fama mondiale con il film Colpo grosso (1960, di Lewis Milestone).
Nel 1960 è talmente importante da potersi permettere di fondare una propria casa discografica, la Reprise.
La seconda metà del decennio è segnata da incontri memorabili: con Ella Fitzgerald, Diahann Carroll, i Fifth Dimension e soprattutto Tom Jobim, assieme al quale realizza Francis Albert Sinatra & Antonio Carlos Jobim. Nel ’66, in piena epoca beat, piazza l’hit planetario “Strangers in the Night”, seguito, nel ’68, da “My Way”.
All’alba degli anni Settanta annuncia un ritiro dalle scene, che però dura poco: il ventennio successivo, infatti, è ancora punteggiato di onorificenze, gala concerts e comprensibili auto-celebrazioni, concerti con Luciano Pavarotti, Liza Minnelli e Sammy Davis Jr., tournée reiterate in tutto il mondo, serate di beneficenza a Las Vegas e vendite discografiche vertiginose di album memorabili quali Trilogy: Past, Present and Future, Duets e Duets II, in cui si misura con amici vecchi e nuovi: Tony Bennett, Aretha Franklin, Gladys Knight, Stevie Wonder, Tom Jobim, Neil Diamond, Bono, Willie Nelson, Lena Horne, Charles Aznavour, Liza Minnelli, Barbra Streisand…
Il 14 maggio 1998 un infarto porta via “la Voce” e quella notte tutte le luci di Las Vegas si spengono con lui.

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